28 febbraio 2012

Tutta la verità, nient'altro che la verità.

Questo post lo devo alle numerose mamme che leggendo l'entusiasmo della nostra prima avventura sugli sci si sono lasciate coinvolgere e stanno pensando di seguire le nostre orme.



È vero sono stati giorni bellissimi, ma diciamo tutta la verità, altrimenti non mi sento la coscienza pulita.

È stato massacrante. Ed è giusto dirlo.

Tre giorni su quattro abbiamo lasciato la piccola con i nonni (facevamo avanti e indietro dalle piste da sci ogni giorno, 100 km a tratta).
La giornata sciistica incominciava quindi la sera prima, con tutti i preparativi da fare. Borsa per la piccola (cambio abiti, pappa pronta solo da scaldare, bavaglia, giochini vari) e istruzioni chiare con materiale a portata di mano per prepararle il biberon. Nonché controllo scrupoloso del baby phone che si sa, i nonni non sono tecnologici e se non lo trovano già acceso sono guai.

E poi è toccato all'attrezzatura sciistica.
Sci, bastoni, bob, caschi, occhiali da sole, crema da sole, pantaloni e giacca da sci, ghette, maglioncino di pile, maglia dolcevita di cotone, guanti, sciarpa, cuffia, vestiti di ricambio. Tutto per due (figlie). Più il materiale mio (tuta, scarponi, sci, bastoni, cuffia, occhiali da sole, guanti, ...).

E considerato che si dovevano pagare un botto le necessarie lezioni private con i maestri di sci, si è deciso di risparmiare sul pranzo che sarebbe stato al sacco. Indovinate chi ci ha dovuto pensare? Esatto, sempre la sottoscritta.

Il mattino mi trasformavo in un tornado, aiutavo le bimbe a prepararsi e vestivo la piccola, caricavo l'auto, cercavo di tenere tranquilla la piccola che piangeva perché non potevo darle retta, preparavo persino il thermos di caffé caldo. Due mattine su quattro il papà è stato dei nostri, ma il suo contributo ai preparativi è stato semplicemente quello di tenere in braccio Marta mentre io mi aggiravo per casa come una pazza per preparare tutto. Una volta consegnata la piccina ai nonni eravamo pronti, finalmente, per partire. E io ero già esaurita.

Ma il viaggio durava un'ora e c'erano bambine da tener tranquille, raffiche di domande cui rispondere e via dicendo. Non proprio un viaggio rilassante diciamo. Il giorno in cui Marta è venuta con noi poi è stato il delirio perché ha un'autonomia di mezz'ora nei viaggi in auto. Dopodiché inizia ad urlare e smette solo una volta arrivati a destinazione. Una goduria per le orecchie, già provate dagli sbalzi di pressione.

Il primo giorno, ovviamente, non sono stata in grado di fare tutto per bene.
Una volta parcheggiato sotto alle piste mi rendo conto di avere scordato a casa gli scarponi da sci delle bambine. Il papà ha tentato di fulminarmi con uno sguardo, ma si è accorto che lo stavo già incenerendo io e quindi ha pensato bene di stare zitto e di sborsare senza fiatare altri 30 franchi per noleggiare gli scarponi in loco.

In questi frangenti, poi, siano sempre lodate le mitiche borse blu IKEA. Dentro sono riuscita ad infilarci caschi, occhiali, guanti, sciarpe, cuffie, scarponi delle bambine (dal secondo giorno in avanti), sci delle bambine e bastoni. Nello zaino il pranzo al sacco, il thermos di caffé, bevande per tutti, soldi e documenti. A parte borsa con i miei scarponi e i miei sci con bastoni.

Ve la immaginate la scena? Dover portare il tutto e nel contempo trascinare le bambine lungo il parcheggio completamente ghiacciato cercando di non farle cadere, raggiungere il tappeto mobile, trascinarci sopra tutto quanto, bimbe comprese, mantenendo sempre un fantastico sorriso stampato in faccia, per la serie "che giornata meravigliosa! Siamo sulle piste da sci! Che bello!", arrivare in cima e sentire partire la lagna: mi scappa la pipìiiiiii!

Ecco. Uno può cominciare la giornata sciistica alle 10.30 del mattino ed essere già esaurito? Sì. Se sei una mamma assolutamente sì.
Portare due bambine a fare pipì sulle piste da sci è una delle cose più divertenti che esistano. Prima di tutto devi levare strati e strati di cose il più in fretta possibile perché se non ti spicci la bimba in questione se la fa addosso, e il cambio abiti, lo ricordo, l'ho lasciato in auto, almeno quello. Ti ritrovi a far fare pipì alla prole tenendo con i denti cuffie, guanti, sciarpe e in mezzo alle ginocchia giacche e occhiali da sole. Ovviamente poi rivestirsi è un gioco altrettanto divertente, tralascio i dettagli.

Quando finalmente si riesce a tornare all'esterno e ad iniziare a prepararsi per sciare attaccano le lagne. Una ha una crisi isterica perché la canottiera è uscita dalle mutande  e voi potete immaginare quanto sia semplice risistemarla considerato che essa si ritrova sotto a sciarpa, giacca, maglioncino di pile, maglia di cotone, pantaloni da sci con bretelle e ghette, un gioco da ragazzi. L'altra ha le ghette che hanno fatto una grinzina dentro allo scarpone e si lamenta. Poi con una destrezza ginnica che non pensavi più di avere riesci ad incastrare gli scarponi negli sci e loro sono miracolosamente pronte.

Ah no! I caschi!
E qui mi tira i capelli, e qua mi strozza sotto il mento. e mi si è staccata la molletta, e mi si è sciolta la coda di cavallo. Tira, allarga, sposta. E gli occhiali sono appannati.
Alla fine anche le mamme sbottano eh!
Quindi vi prego, se sulle piste vedrete una mamma che ha una crisi di nervi e sta per lanciare le due figlie giù per la pista nera, abbiate un po' di compresione e non giudicatela troppo duramente.

Manca ancora un po' di tempo alla lezione di sci, perché non tentare di insegnare i primi rudimenti alle bambine? In fondo sono stata una brava sciatrice.
Pessima idea.
Lo sapete vero che se un bambino cade con voi frigna come un pazzo mentre se questa cosa succede col maestro non fanno una piega? Che rabbia.
Insomma, insegnare a tenere gli sci "come una fetta di pizza" sembra facile ma non lo è. Ti massacri tenendole a turno in mezzo alle gambe ma loro si lasciando andare come sacchi di patate e li devi tener su di peso spaccandoti la schiena. Provi a tenerli a lato ma partono come delle saette spianandosi poi pochi metri più a valle. Insomma, meno male che manca poco alla lezione.

Poi succede che magicamente trovi i due maestri prenotati, affidi loro la prole con tutta la calma e dolcezza di questo mondo, che si sa, non devono avvertire la tua ansia e finalmente tiri un sospiro di sollievo e speri che l'ora successiva duri tanto tanto tanto.

Ecco, voi pensate di fare questo per quattro giorni consecutivi.
Sì, esatto, da pazzi.

Ma vedere l'entusiasmo e la gioia delle bambine che stavano finalmente imparando a sciare non ha prezzo. E vale sicuramente tutta la fatica fatta.

Oh, comunque io vi ho avvisate eh. Adesso sono cavoli vostri.

5 commenti:

  1. Ahahah mai avuto intenzione di portare figlia sugli sci, dopo questo dettagliato racconto mi lodo da sola per la decisione presa!!
    Che poi tu hai un agilità e una prontezza di organizzazione non da poco
    La mia è uguale a zero basta vedere quando vengo a casa tua con quante borse mi sposto ed il meglio arriverà quest estate aiuttttttt

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    1. Ma dai! Mandiamo Fabio a seguire Bea sulla neve. Io e te prendiamo il sole fuori dal ristorante!

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  2. Ammirazione DOPPIA!
    Io l'ho fatto con un bimbo solo e davanti ai suoi sorrisi fieri e alle prime frenate in spazzaneve mi sentivo la mamma di Pirmin Zurbriggen. Peccato aver sopravvalutato l'atleta mignon ed essermi procurata una bella distorsione al ginocchio con microfrattura nel tentativo di una discesa da soli (e senza maestro): la prossima volta investo i soldi della Risonanza magnetica in una settimana di corso full-time.

    Grande Luisa!

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    1. Ecco, un gran bel monumento va ai maestri di sci, che una pazienza come quella gliela invidio proprio.
      Mi spiace per il tuo infortunio Barbara, concordo anche io che un bel corso full-time sia da valutare.
      Dopo solo quattro giorni devo dire che i risultati delle 4 ore di lezione (una al gioro a testa) si sono visti eccome! Alice partendo da zero ora è in grado di prendere il piattello da sola, fare spazzaneve, curve e frenate tutto da sola. Chiara necessita ancora del mio aiuto sia per salire con lo ski-lift che per affrontare la semplice pista del piattello di Campo Blenio. Ma in ogni caso ora è fattibile sciare con loro. Soldi spesi benissimo!

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  3. Io non so sciare ma anch'io qs anno avevo intenzione di far fare qualche lezione a Sofia ma complici le varie influenze che ci hanno fatto visita a turno e la poca neve caduta ...insomma la montagna finora l'abbiamo vista in televisione!
    grazie per aver scritto tutta la verità, mi sono immedesimata molto - per altre situazioni!!

    baci :-)

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